sabato, 4 Maggio 2024
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Area Archeologica di Pietrabbondante

Il santuario di Pietrabbondante non rappresenta semplicemente il maggior complesso architettonico del mondo sannitico e non ebbe soltanto una funzione religiosa: era infatti direttamente controllato dai magistrati supremi dello stato e, accanto alle cerimonie di culto, vi si dovevano svolgere anche diverse attività di natura pubblica.

Le sue origini risalgono almeno al IV secolo a.c. quando venne impiantata un’area quadrata delimitata da muraglioni di blocchi irregolari, ancora riconoscibile tra il tempio grande e il teatro.

L’area archeologica conserva i resti monumentali del principale luogo sacro dei Sanniti Pentri, esteso su una superficie di circa sette ettari sul declivio del Monte Saraceno. Qui si praticava il culto di diverse divintà astratte, tra cui la Vittoria, l’Abbondanza e l’Onore.

Le prime strutture con funzione religiosa furono edificate nell’area sud-orientale a partire dal 400 a.C. circa, anche se la monumentalizzazione vera e propria del sito ebbe inizio nel corso del secolo successivo con la costruzione di un grande tempio ionico.

Le truppe cartaginesi guidate da Annibale saccheggiarono e distrussero gli edifici del santuario nel corso della seconda guerra punica (218-202 a.C.), per punire i Sanniti Pentri alleati dei Romani. Al termine del conflitto, furono avviati i lavori di ricostruzione del santuario. Tra il 200 e il 150 a.C. fu eretto il tempio A, mentre tra il 120 e il 90 a.C. vennero concepiti e realizzati il complesso teatro-tempio B e una struttura di rappresentanza (domus publica) destinata ad ospitare i sacerdoti, gli ambasciatori e i rappresentanti del potere politico.

Lo scontro tra Roma e le popolazioni italiche durante la guerra sociale (91-88 a.C.) concluse il momento di maggiore splendore del santuario che perse progressivamente la sua importanza religiosa e politica, mantenendo solo funzioni produttive e di culto locale. L’abbandono definitivo del sito avvenne negli anni successivi al 406 d.C., per rispettare le disposizioni imperiali sulla soppressione dei culti pagani.

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